Se non avete mai visitato la zona del Supramonte, in Sardegna, vi diamo dei buoni motivi per farlo!
In generale

Il territorio è scarsamente antropizzato. L’unica presenza umana è testimoniata da curiosi edifici isolati, fatti generalmente di pietra e legno che per secoli sono stati i rifugi dei pastori, dove venivano allevati capre, pecore e maiali: i cuiles.
Il Supramonte di Oliena
Siete ancora in tempo per assistere agli ultimi rituali de Sa Hida Santa di Oliena, con la suggestiva processione de S’Incontru (Incontro) il giorno di Pasqua, ma potete cogliere l’occasione per dedicare un’intera giornata al trekking e andare a scoprire quelle che spesso vengono chiamate le Dolomiti sarde.
Le grotte de Sa Oche, de Su Bentu e Corbeddu, fra le più grandi d’Europa, racchiudono al loro interno un tesoro fatto di laghetti e sorgenti, e una di queste ultime si addentra tra le viscere calcaree del complesso montuoso per poi sbucare nella fonte de Su Gologone, la più grande sorgente carsica dell’isola.
Il Supramonte di Dorgali
Da Cala Gonone partite alla volta delle spiagge di Cala Luna, Cala Fuili e Cala Sisine, famose per la notevole bellezza. Due sono le possibilità per raggiungerle: da Cala Gonone per una mini crociera nel Golfo di Orosei, oppure, per i più audaci, lungo i magnifici sentieri da percorrere assolutamente con scarpe e abbigliamento adatti.
Non andate via prima di aver visitato la Grotta di Ispinigoli, con all’interno un’affascinante stalagmite alta ben 38 metri, e la Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio delle foche monache.
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